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Anniversari: alla ricerca del treno di Cage



Nell’estate del 1978, John Cage elabora un’idea di Tito Gotti – musicologo, direttore d’orchestra e organizzatore di eventi musicali: realizzare un treno preparato e trasformare così le carrozze in una performance musicale itinerante.


“Un treno appositamente allestito – a cura del Teatro Comunale di Bologna – raccoglierà i propri rumori e li rielaborerà elettronicamente per i viaggiatori e per coloro che incontrerà nelle stazioni. Raccoglierà anche ed elaborerà i suoni prodotti localmente – per esempio da bande musicali, complessi e singoli esecutori – ma anche del normale trambusto di una stazione”.


Fu così che tra il 26 e il 28 giugno di quell’anno prese vita Alla ricerca del silenzio perduto. Variazioni da un’idea di Tito Gotti, anche noto come il Treno di John Cage: uno scrigno di concerti viaggianti che coinvolsero i pubblici sia a bordo treno – sulle linee Bologna – Porretta Terme, Bologna – Ravenna e Ravenna – Rimini – che nelle stazioni. Il treno stesso, il suo percorso attraverso i paesaggi marini, appenninici, umani e urbani, divenne parte integrante della manifestazione musicale grazie alle registrazioni ambientali in costante dialogo con l’elettronica di Walter Marchetti, Juan Hidalgo e l’assistenza tecnica di Oderso Rubini, e gli “interventi strumentali, vocali, gestuali e visivi di Gianfranco Baruchello, Carlo Capelli, Massimo Coen, Esther Ferrer, Gian Felice Fugazzi, Luigi Lanzillotta, Marcello Panni, Cristiano Rossi, Marco Scano, Demetrio Stratos, Enrico Visani, Augusto Vismara, Giorgio Zagnoni”. Il Treno era così descritto in un articolo di giornale del 1977:


“A ogni fermata è programmata una sosta di 20 minuti. Durante questo tempo il treno aprirà gli altoparlanti come cateratte di suoni emettendo la registrazione del concerto eseguito nella prima parte del viaggio. A questo punto il concerto verrà integrato da un nuovo elemento musicale: quello della stazione di sosta. La banda del paese, il coro della chiesa, complessi, complessini, musicisti isolati, cantanti, ballerini popolari (saranno inevitabili i fondisti di liscio), ma anche pittori e scultori (sempre locali) con le loro voci, e artigiani gastronomi con le loro specialità declamate, verranno assunti coi loro suoni e rumori dal concerto in atto, che registrerà e congloberà il tutto, portandosi, arricchito del nuovo elemento folkloristico captato nella stazione precedente, nella stazione successiva”.

L’idea del Treno nasceva dai Musicircus cageani, che il compositore racconta così in un’altra intervista dell’epoca:


“È molto semplice: di solito noi abbiamo le sale da concerto fatte apposta per tenere la musica lontana, libera dalle influenze di tutte le altre musiche che ci sono fuori. Nel Musicircus invece di isolare la musica, cerchiamo di portare al pubblico quanta più musica possibile tutta insieme, in ogni espressione perché anche i suoni della vita quotidiana sono musica, compresi quelli dei treni. (…) Ognuno si confronterà con un prodotto artistico non finito, complesso; come confrontarsi con la natura, che spesso è complessa; come passeggiare in un bosco: ci sono tante cose da guardare e se ti domandi qual è il ruolo di chi cammina nel bosco, vedi subito che ciascuno può avere un ruolo diverso e una propria esperienza personale.”


Il 13 ottobre 2018, L’Impero della Luce è stato invitato a partecipare al quarantesimo anniversario del Treno di Cage con una performance a bordo di un treno a vapore in viaggio lungo la via della Ferrovia Porrettana, da Bologna a Porretta Terme. Alla ricerca del Treno di John Cage. A biodiversity landscape [1-2] è stato un viaggio di quasi tre ore con esibizioni a bordo treno di:

Verotika, Alessandro Bonino, Alessandro Buggio, Gli Avvoltoi, Electronicgirls, L’Impero della luce, Roberto Paci Dalò, Alessandro Renzi e Zahara Mani (Usmaradio), Michele Selva, Luca Fattori, Tiziano Popoli, Eva Marisaldi e Enrico Serotti (Democratic Psychedelia), Valeria Sturba, Osteria del Mandolino, Andrea Pizzuti, Jimmy Bellafronte (Skiantos), Paolo Bragaglia, Corinto Marianelli, Andrea Biagioli, Ensemble Festinamus, il Piccolo Coro Angelico.


Oltre a Odersio Rubini, anima del treno, hanno aderito alla manifestazione i protagonisti dell’evento del ’78 raccontando in prima persona quel viaggio che cambiò il cuore e la mente di migliaia di giovani.

Ecco alcune testimonianze della straordinaria giornata di celebrazione:






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